Assegni familiari anche per i figli all’estero: Secondo la Corte Ue, “è contraria al diritto dell’Unione la normativa italiana che rifiuta o riduce una prestazione di sicurezza sociale al cittadino extra Ue, titolare di un permesso unico o soggiornante di lungo periodo, per il fatto che i suoi familiari risiedono in un Paese terzo, mentre la stessa prestazione è accordata ai cittadini italiani indipendentemente dal luogo in cui i loro familiari risiedono”.
Stranieri extracomunitari, assegni familiari anche per i figli all’estero
L’Inps aveva finora negato l’erogazione degli assegni familiari perché i lavoratori extracomunitari, si legge sul sito dell’istituto, «hanno diritto all’assegno per il nucleo familiare solo per i familiari residenti in Italia, salvo il caso in cui il Paese di provenienza del lavoratore abbia stipulato con l’Italia una convenzione in materia di trattamenti di famiglia».
Per i cittadini italiani, invece, questo non vale: i loro hanno diritto agli assegni familiari anche se non residenti nella penisola. Il ricorso era arrivato all’ultimo grado della Corte suprema di Cassazione che a sua volta si è rivolta alla Corte Ue.
Corte di Giustizia UE con la sentenza C-302/19 del 25 Novembre 2020
Per i giudici Ue la normativa viola le norme comunitarie. Se è vero che, spiega una nota, «in mancanza di armonizzazione a livello di Unione dei regimi di sicurezza sociale, spetta a ciascuno Stato membro stabilire le condizioni per la concessione delle prestazioni di sicurezza sociale nonché l’importo di tali prestazioni e il periodo per il quale sono concesse » tuttavia, avverte la Corte, «nell’esercitare tale facoltà gli Stati membri devono rispettare il principio di parità di trattamento tra cittadini extra Ue soggiornanti di lungo periodo o ammessi nello Stato membro a fini lavorativi da un lato, e cittadini nazionali dall’altro, per quanto riguarda in particolare le prestazioni sociali», sancito da due direttive (una del 2003 e l’altra del 2011).
Cosa appunta negata dalle norme attuate dall’Inps. «Pertanto – afferma la Corte Ue – è contraria al diritto dell’Unione la normativa italiana che rifiuta o riduce una prestazione di sicurezza sociale al cittadino extra Ue, titolare di un permesso unico o soggiornante di lungo periodo, per il fatto che i suoi familiari risiedono in un Paese terzo, mentre la stessa prestazione è accordata ai cittadini italiani indipendentemente dal luogo in cui i loro familiari risiedono».
L’Italia dovrà dunque dovrà ora provvedere a modificare la normativa e l’Inps dovrà erogare gli assegni familiari negati, pena multe potenzialmente salate.
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